A cosa serve la consapevolezza?
Uno dei punti di partenza per migliorarsi come atleta è incrementare la propria consapevolezza.
Perché?
Consapevolezza significa mettere pensiero sull’azione ovvero “fare pensando” e questo sappiamo bene quanto valga, soprattutto in uno sport situazionale come il basket.
Ma non solo.
Facendo un passo indietro, essere consapevoli vuol dire prima di tutto conoscersi. Avere ben chiari, momento per momento, i propri punti di forza e le aree su cui poter maggiormente lavorare, capire quando bisogna caricarsi o calmarsi, trovare una spiegazione a certi comportamenti in gara, conoscere le proprie motivazioni e gli obiettivi che si intendono raggiungere.
Solo dopo aver capito “come funzioniamo” possiamo lavorare per migliorarci, dal punto di vista fisico, tecnico e mentale.
Ciascuno di noi è infatti un atleta unico e diverso, con delle particolarità ed esigenze specifiche che occorre tenere in considerazione. Spesso lo ricordiamo ai tecnici, chiedendo un approccio che si ricordi dell’unicità dell’atleta, ma è importante che sia l’atleta stesso, in prima persona, a capire il proprio modo di essere e di funzionare in campo.
Comprendere come agisce la nostra mente e come risponde il nostro corpo, ci consente di individuare il momento giusto per un’azione vincente, di essere attenti al gioco, di sviluppare le nostre capacità, di saper gestire l’emotività nei momenti più difficili, di prendersi la responsabilità delle proprie scelte ed azioni, di ridurre la probabilità di infortuni e di saper rispondere con più facilità agli ostacoli e ai down tipici del percorso sportivo.
La consapevolezza si migliora innanzitutto osservando se stessi e individuando le proprie modalità: cosa penso? cosa voglio? cosa percepisco? cosa faccio? che emozioni sento?
Il tutto sospendendo il giudizio nei propri confronti e cercando, piuttosto, di scoprire chi realmente siamo: evidenziare quindi sia aspetti positivi sia negativi che ci caratterizzano, cosi da poterli lavorare al meglio.
La profondità con cui una persona è consapevole di sé ovviamente varia età per età, ma costituisce sempre un ottimo insegnamento per lo sport e in genere per la vita. E’ vero che sviluppare una “coscienza critica” è una responsabilità individuale, ma gli adulti (genitori e allenatori) hanno in questo un peso determinante…