Come lo sport agisce sul cervello by C.Conti
COME LO SPORT AGISCE SUL CERVELLO
La settimana Mondiale del cervello nasce con l’obiettivo di ampliare la conoscenza su quello che è il nostro organo più complesso e appassionante.
Oramai è assodato che il cervello è tra gli organi che più traggono beneficio dall’attività fisica: lo sport è in grado di influenzare la qualità della nostra vita migliorando la salute e il funzionamento cerebrale in termini di efficienza, lucidità e velocità nel prendere decisioni…ma non solo.
Sono stati condotti numerosi studi sullo sport e il suo legame con l’attività cerebrale evidenziando come sport diversi siano in grado di attivare e sviluppare aree cerebrali differenti.
In linea più generale come impatta l’esercizio fisico sui circuiti neuronali e la funzione cognitiva?
- favorisce le funzioni esecutive Le funzioni esecutive sono costituite da tre capacità utilizzate nelle strategie di problem solving: il controllo inibitorio (ovvero la capacità di non farsi distrarre da elementi non significativi mentre si sta facendo qualcosa), la memoria di lavoro e la flessibilità di risposta cognitiva (ovvero la capacità di variare i propri modi di pensare e di agire per adattarsi ai cambiamenti richiesti dall’ambiente). Tali funzioni vengono fortemente implementate dalla pratica sportiva impattando sulla capacità di ragionamento del soggetto.
- migliora le capacità mnemoniche I benefici più evidenti sono proprio a livello della memoria. Confrontate ai sedentari, le persone che svolgono una regolare attività fisica sono più brave nelle prove mnemoniche e le strumentazioni evidenziano la nascita di nuove cellule nell'ippocampo (la struttura del cervello che controlla la memoria e l'apprendimento), permettendo di immagazzinare nuove informazioni.
- migliora l’attenzione Lo sport migliora la capacità di concentrazione e potenzia i meccanismi di vigilanza: aiuta sia a direzionare il focus correttamente sia a ignorare le informazioni distraenti nonché sul mantenimento temporale dell'attenzione.
- ha un’azione preventiva Il regolare esercizio fisico, specie se praticato fin dall’età giovanile, agisce da fattore protettivo rispetto a forme presenili di demenza e deterioramento cognitivo (nella fascia di età tra i 30 e 65 anni la prevalenza è di circa 250 casi ogni 100.000 abitanti).
- blocco del processo di invecchiamento cerebrale Molti studi evidenziano come il cervello di coloro che fanno più attività fisica subisce un restringimento minore rispetto a coloro che svolgono un livello minimo di movimento.
- combatte l’emicrania e la cefalea di tipo tensivo L’esercizio fisico è in grado di ridurre l’intensità e la frequenza del mal di testa in maggior misura rispetto a quando si ha uno stile di vita sedentario. -
Come qualsiasi altro muscolo anche il cervello va allenato: la buona notizia è che i benefici dello sport a livello cognitivo si riscontrano già dopo qualche mese di allenamento anche nei non-atleti e in chi è sempre stato sedentario.