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Emozioni... dagli spalti by C.Conti

 

“Tutto ciò che accade al giocatore accade allo spettatore. Ma, mentre in teatro lo spettatore è solo un osservatore, nello sport è un attore”.
(R. Barthes)

Pensiamo ad una gara, alle emozioni che entrano in gioco: sono solo quelle degli atleti? Assolutamente no! Le parti coinvolte sono tante e anche dagli spalti l’attiva partecipazione alla partita arriva attraverso il corpo e la voce dei genitori.

Da qualche anno gli studi in ambito sportivo si stanno concentrando anche in questa direzione, con la consapevolezza che il comportamento dei genitori  (ad esempio come si  comunica con i figli rispetto allo sport o come si interagisce con il contesto e gli altri protagonisti della scena sportiva) è una variabile che incide profondamente sull’approccio sportivo dei figli e su molti altri aspetti della loro personalità. 

In una ricerca venivano poste delle domande ai genitori e due mi hanno particolarmente colpito: “Quando suo figlio affronta una competizione sportiva, quanto le è capitato di provare orgoglio e compiacersi per la sua prestazione?” e “Quando suo figlio affronta una competizione sportiva, quanto le è capitato di provare frustrazione per un suo errore?”. La maggior parte del campione generale dichiarava di provare vissuti di orgoglio e di compiacimento davanti alle performance sportive positive dei figli mentre era più propenso a negare i vissuti o le emozioni ritenute socialmente negative. I risultati possono sembrare non particolarmente sorprendenti, ma è interessante chiedersi: con quale consapevolezza un genitore vive e soprattutto manifesta le proprie emozioni rispetto allo sport del proprio figlio?

Rispetto a questo, ci sono alcuni punti che è importante annotarsi:

  • Le emozioni arrivano al giovane atleta: un giovane atleta sente e viene influenzato da ciò che lo circonda, soprattutto quando la  “dimensione è collettiva e agisce  da moltiplicatore emozionale”. Inoltre, se pensiamo ai più piccoli, la distanza necessaria per gestire i vissuti personali e la capacità di controllarli non sono ancora pienamente sviluppate ed è facile esserne sopraffatti.
  •  Le emozioni sono legate alle aspettative Molte delle emozioni si legano alle aspettative (esplicite e implicite) che un genitore nutre nei confronti dei propri figliE’ normale che si desideri il massimo per il proprio figlio, ma va ricordato che le elevate aspettative producono tensione e spesso il timore di non essere all’altezza. Pensiamo anche che la diversità di aspettative tra madre e padre è il più delle volte evidente per il figlio ma non altrettanto per il genitore.  Un principio generale? Il successo e la buona riuscita sportiva del figlio non deve mai essere il metro di misura della propria buona riuscita.
  •  È importante essere consapevoli del proprio coinvolgimento Migliorare cioè la capacità di distinguere le proprie emozioni (gioie, paure, attese e insicurezze) e quelle del figlio, anche consapevoli delle differenze che possono esistere nelle prospettive del padre e della madre a tal riguardo.
  •  No alla teatralità delle emozioni Lo si chiede all’atleta in campo, e ovviamente lo stesso principio deve valere negli spalti: gestire le emozioni e i comportamenti, evitando eccessi e reazioni incontrollate. La cattiva gestione dell’aggressività, la compettività esasperata e  l’incitamento ai gesti scorretti rende il clima interpersonale molto pesante. L’incapacità di tenere a bada i commenti inopportuni, le offese all’arbitro e agli avversari, le critiche eccessive e ripetute durante e dopo la partita sull’operato del tecnico o sulla prestazione della squadra non solo  incidono sulle performance dei giovani atleti , ma soprattutto sulla loro serenità.
  • L’atteggiamento di fair play corrisponde anche ad un modo di esprimere le emozioni e questo non riguarda solo emozioni negative come rabbia, disappunto, non approvazione…  il gioco “corretto” e il rispetto sono principi da tutelare indipendentemente dal risultato.

In tutto questo va sottolineato anche il grande ruolo che l’adulto ha nell’agevolare il giovane atleta alla lettura emotiva di un eventoLe emozioni esistono e sono normali ma attenzione a quelle che trasmettiamo e a come lo facciamo!